I camerieri di Renzi

28 08 2015

    Martedi scorso, a l’Aquila, centinaia di cittadini hanno manifestato il loro dissenso rispetto alla politica energetica del Governo Renzi che vuole trasformare l’Abruzzo in un distretto petrolifero e del gas al servizio degli interessi delle multinazionali del settore. Inizia così una lunga e articolata nota dei Comitati cittadini per l’ambiente

La manifestazione  si è svolta in modo pacifico, senza provocatori nè anarcoinsurrezionalisti. Se momenti di concitazione e tensione ci sono stati, ciò è il risultato del modo alquanto improvvisato in cui è stato gestito l’ordine pubblico da parte delle autorità preposte. Esprimiamo la nostra solidarietà ai feriti e in particolare all’agente di polizia (del cui ferimento i manifestanti non hanno responsabilità, come dimostra chiaramente il video di Repubblica), ma anche alle forze dell’ordine costrette a difendere un Presidente del Consiglio arrogante e antidemocratico che, anzichè confrontarsi con i cittadini, fugge dalla porta di servizio.

Chi, come la senatrice Pezzopane, si lamenta per il fatto che la protesta degli ambientalisti avrebbe oscurato il tema della ricostruzione dell’Aquila, evidentemente non riesce a comprendere che l’Abruzzo non è solo l’Aquila. I problemi derivanti dal decreto “Sblocca Italia” apripista per la deriva petrolifera della nostra Regione e votato da molti parlamentari abruzzesi, Pezzopane compresa, sono altrettanto importanti quanto quelli della ricostruzione post-terremoto.Quella di martedì era l’occasione d’oro che la nostra classe politica ha avuto per dire a Renzi, se solo avesse voluto, che l’Abruzzo, Regione Verde d’Europa, non accetterà mai di diventare una colonia dei poteri forti e che difenderà strenuamente il proprio territorio e il proprio mare da tutti quei progetti scellerati che rischiano di distruggere la nostra economia basata essenzialmente sul turismo e sulla agricoltura di qualità, progetti come le trivellazioni in Adriatico tipo Ombrina, il mega gasdotto Snam e la centrale di compressione di Sulmona, grandi elettrodotti e inceneritori, tutte opere dall’impatto distruttivo e minaccioso sull’ambiente e sulla salute, inutili per l’Abruzzo e per l’Italia, ma utilissime per le lobby delle energie fossili alle quali il Governo Renzi dimostra ogni giorno di più di essere asservito.

Ci aspettavamo che i nostri rappresentanti istituzionali, con D’Alfonso in testa, dicessero chiaramente tutto questo al Capo del Governo. Ci aspettavamo politici dalla schiena dritta che difendono le sacrosante ragioni dell’Abruzzo, ma ciò non è avvenuto poiché il loro comportamento, timido ed ossequioso, è stato quello tipico dei cortigiani nei confronti del re. Questi politici non meritano né il consenso e né tantomeno la fiducia dei cittadini perchè non si comportano come i rappresentanti del popolo, bensì come “camerieri di Renzi”.Non è un’espressione coniata da noi. Fu proprio D’Alfonso che a Sulmona, il 22 settembre dello scorso anno, dichiarò solennemente : “non saremo i camerieri dello Stato” . A distanza di un anno siamo costretti a prendere atto che invece è proprio questo il ruolo che stanno svolgendo i nostri referenti politici. Riteniamo molto grave che nessuno dei politici presenti all’incontro con Renzi abbia fatto il minimo accenno al grande gasdotto della Snam : nè D’Alfonso, nè Lolli, nè il Sindaco dell’Aquila Cialente, nè il Sindaco di Sulmona Ranalli, nè il Presidente della Provincia De Crescentiis. Eppure questo progetto interessa la Regione Abruzzo e in particolare la Provincia dell’Aquila per oltre 100 chilometri.

Di una gravità inaudita, inoltre, consideriamo la notizia – riportata in un comunicato dei consiglieri regionali di Forza Italia – secondo cui la Giunta D’Alfonso avrebbe deciso di non costituirsi in giudizio contro l’eccezione di incostituzionalità avanzata dal Governo Renzi alla recente legge regionale che disciplina la collocazione delle centrali di compressione e le distanze di sicurezza dei grandi metanodotti.Se la notizia è vera si tratterebbe di una clamorosa smentita e, peggio ancora, di un sonoro schiaffo assestato dalla Giunta all’intero Consiglio Regionale che quelle norme ha voluto e votato per difendere il territorio abruzzese e per meglio tutelare la salute e l’incolumità pubblica.A Forza Italia, comunque, rammentiamo che con la Giunta Chiodi abbiamo assistito ripetutamente allo stesso atteggiamento subalterno e servile nei confronti dei Governi nazionali che ora sta dimostrando il centro- sinistra. Il quadro che emerge è sempre più chiaro : da un lato abbiamo i cittadini che, lasciati soli, difendono i diritti insopprimibili della nostra Regione, dall’altro una classe politica poltronista e autoreferenziale che rinuncia a svolgere il proprio ruolo inchinandosi vergognosamente al potere costituito e al dittatorello di turno.


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Una risposta

29 08 2015
Fernando Ventresca

Gli interessi e le vocazioni dei territori Abruzzesi non collimano tra la costa e l’Aquilano, inutile girarci attorno, ma pensare che con la semplice ” solidarietà elettorale ” di questo o di quel partito si possa comporre un’unico intento è fuori luogo e soprattutto fuori tempo.

La costa Adriatica potrà essere nel prossimo futuro quel ” ponte del mare “, che Luciano ha realizzato sul porto canale a Pescara, tra l’Italia e i paesi dell’Est Europa.

L’Albania e il Montenegro potrebbero chiedere di essere ” ANNESSI POLITICAMENTE E SOCIALMENTE E QUINDI ECONOMICAMENTE ” al Bel Paese, con tanto di cambio di anagrafe dei paesi ” d’oltremare ” ma da sempre vicini nel cuore e nella mente dei singoli Popoli che si affacciano sul Mare Adriatico.

Quindi le MACRO REGIONI serviranno proprio a questo a comporre una nuova ITALIA non più schiacciata tra Est e Ovest del mondo, ma un’Italia PROTAGONISTA del ruolo strategico che offre la penisola, ” quale ponte naturale ” tra il Nord Europa e l’Est Europa e il Nord Africa.

Chissà che anche la Libia chieda all’Italia un PROTETTORATO in Cirenaica e in Tripolitania per garantire la ” primavera della democrazia Araba ” ?

Ma un tempo non troppo lontano non avevamo ” noi Italiani ” dei possedimenti in quelle regioni Libiche ?

Cos’è è la ” storia del ventennio ” che torna prepotentemente alla ribalta ?

Io spero di no, ma sono ceto che del ventennio e le mire coloniali non erano tutte sbagliate se non fosse che altre Nazioni europee le mantengono ancora le colonie, e adesso ci troviamo a dover difendere altri territori nonn Italiani, Libici e non solo, per limitare e regolarizzare l’afflusso degli emigranti clandestini.

Big Luciano conosce queste problematiche molto bene, ne sono certo, ma Matteo Renzi con la sua ” sinistra DEM ” ecc ecc sono consapevoli che non possiamo reggere da soli l’ondata d’urto dell’esodo Biblico e di massa dal nord Africa al Vecchio Continente Europeo, sempre più affollato e più in crisi d’identità ?

Manca la cultura ” templare ” che custodisce gli interessi millenari Italici, e ne custodisca le vocazioni del territorio, tra cultura, tradizioni e religioni monoteiste che hanno garantito tra mille contraddzioni una CARTA DI IDENTITA’ UNICA dall’Impero Romano in poi !

” Un Popolo senza storia non avrà mai futuro ” !

f.v.

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